30 maggio 2011

Gesù nelle favelas di Rio

Nella favela Cidade de Deus, una delle più famose di Rio de Janeiro, la prima teatrale della Passione di Cristo è stata un po' particolare.

Invece di avere per protagonista il 'tradizionale' Gesù appeso alla croce, il pubblico del  teatro si è trovato davanti un Figlio di Dio con le treccine rasta, arso vivo in una pila di pneumatici. Si tratta di un tipo di tortura usata dai trafficanti di droga delle favelas, chiamata 'micro-ondas'.

Diretta e scritta da Adilson Dias, “Outra Paixão” (Altra Passione) modernizza il testo biblico, ambientandolo nella realtà delle 150 persone che hanno visto la recita, abituate a vivere in una comunità caratterizzata dal crimine e dalla droga.

Nella storia, il Messia è un giovane missionario che cerca di evangelizzare  giovani delinquenti nella favela, ma finisce per dare fastidio ai signori della droga. “La crocefissione di Cristo non sarebbe stata realistica, poiché nelle favelas si usano altri tipi di tortura” spiega Flavia Cortes, produttrice della Companhia de Teatro Provocação, responsabile dell'opera.

Gli attori protagonisti sono 15 ragazzi e ragazze tra i 18 e i 30 anni, provenienti da varie favelas. Tutti hanno avuto a che fare con il traffico della droga o delle armi in passato: alcuni erano spacciatori, altri hanno perso familiari o amici a causa della violenza.
Due registi hanno già espresso il loro interesse in trasformare l'opera in un film.

Il Brasile è un Paese molto cattolico, ma per ora l'Arcidiocesi di Rio de Janeiro non ha commentato il pezzo teatrale e, a parte qualche commento negativo da parte di piccole comunità religiose locali, non ci sono state rappresaglie o proteste contro Outra Paixão . 

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